
biografia
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Nell'agosto 1955, Pippo partecipa a Microfono alla ribalta, un importante concorso canoro al Teatro dei Dodicimila di Messina.
Scrive Antonio De Matteis: "Le scalinate davanti al municipio diventavano un grande
palcoscenico, la piazza una grande platea (dodicimila posti) e su quel
palcoscenico grandi compagnie di rivista (Macario, Dapporto, Rascel),
grandi Orchestre (Angelini, Semprini, Segurini, Filippini, Fragna) grandi cantanti,
uno per tutti Beniamino Gigli. Su quel palcoscenico l'ultima recita di
Rosina Anselmi."


Sul palco, Pippo interpreta Acqua Marina, accompagnato dall'orchestra diretta dal maestro Gino Filippini. La giuria, presieduta da una delle voci più raffinate del jazz italiano, Jula De Palma, lo premia con il primo posto. È una serata speciale, che conferma il suo talento e rafforza il legame con il pubblico e con la musica leggera italiana dell'epoca.

L'anno successivo, mentre si esibisce al Caffè Mocambo di Taormina, viene notato dal maestro Giuseppe Santonocito, che ne riconosce subito il talento. Decide di portarlo a Roma, dove Pippo firma un contratto discografico con la Cetra.
È un passo importante: la stessa etichetta ha lanciato nomi come Fred Buscaglione, Achille Togliani, Gino Latilla, e soprattutto Claudio Villa, simbolo della grande canzone italiana di quegli anni.

Pippo Rallo incide, nel corso degli anni, una lunga serie di brani che entrano a far parte del patrimonio musicale e culturale siciliano.
Tra questi spicca E vui durmiti ancora, una poesia del 1910 firmata da Giovanni Formisano e musicata da Gaetano Emanuel Calì, diventata nel tempo un inno dolce e malinconico della tradizione isolana.
Più di mezzo secolo dopo, nel 2016, proprio la versione interpretata da Pippo viene scelta da Gianfranco Rosi per accompagnare una delle scene più intense di Fuocoammare, film che conquisterà l'Orso d'oro a Berlino, oltre a Nastro d'Argento, European Film Award, Globo d'Oro e una candidatura all'Oscar.
Un frammento di voce che attraversa il tempo, portando con sé il suono autentico di una Sicilia che canta, ama e resiste.
Alla Cetra, Pippo stringe un sodalizio artistico con Maria Finocchiaro, voce brillante e carismatica, simbolo di una Sicilia femminile nuova, spigliata e moderna, che iniziava a farsi spazio nella società del dopoguerra.
Insieme incidono duetti memorabili, capaci di unire tradizione e freschezza, eleganza e spontaneità. Una sintonia rara, che dà voce a un'epoca in trasformazione e lascia traccia in alcune delle pagine più vivaci della musica popolare siciliana.

Nel 1959, la carriera di Pippo prende una svolta internazionale. Pochi mesi dopo la nascita del suo secondogenito Vincenzo, Madame Heckman, imprenditrice norvegese e proprietaria di una catena di alberghi a Oslo, lo ingaggia per esibirsi nei suoi locali di punta.
Ad accompagnarlo in questa nuova avventura sono due musicisti siciliani: il chitarrista Pippo Lo Cascio e il pianista e fisarmonicista Gregorio Alicata. Insieme formano il Taormina Trio.
È l'inizio di una stagione intensa, fatta di concerti in Nord Europa e di pubblico entusiasta, affascinato da quella voce calda e mediterranea che porta con sé il sole e la nostalgia del Sud.

Il padre di Gregorio Alicata non vedeva di buon occhio la scelta del figlio di dedicarsi alla musica, anziché proseguire gli studi in legge. Così, dopo un primo periodo in Norvegia, Gregorio torna in Italia per concludere l'università.
Pippo, rimasto a Oslo con il fidato chitarrista Pippo Lo Cascio, trova un nuovo compagno musicale nel pianista milanese Angelo Solito De Solis, già attivo in Scandinavia da qualche anno e noto per il suo stile elegante e moderno.
In breve, si unisce a loro un batterista norvegese, Jens Jonas Johansen, in seguito al suo posto vengono integrati due musicisti – un olandese e un giamaicano – con i quali formano un quintetto multietnico e affiatato.
È l'inizio di una stagione musicale internazionale: concerti in tutta Europa, nuove contaminazioni sonore, e il gusto di portare nel mondo la tradizione siciliana fusa con il jazz, il folk e le atmosfere d'oltreoceano.

Dalle esibizioni negli hotel di Oslo, il Quintetto De Solis conquista rapidamente i nightclub della capitale norvegese. Il loro sound caldo e ricco di sfumature — una fusione di ritmi mediterranei, swing e influenze internazionali — attira l'attenzione della stampa locale e della televisione.
Il pubblico scandinavo, affascinato da quelle melodie nuove eppure familiari, si lascia conquistare. A fare la differenza è anche la voce intensa e sincera di Pippo, capace di sciogliere il cuore del Nord con il calore del Sud.



A partire dal 1961, l'avventura musicale di Pippo si spinge oltre l'Europa. Con il Quintetto De Solis, inizia a esibirsi a bordo delle navi della Oslo Fjord, che solcano le rotte del Mare del Nord.
Le occasioni si presentano, l'orizzonte si allarga: il complesso attraversa l'Atlantico, approdando prima in Brasile e poi in Cile, per un periodo di esibizioni e collaborazioni nel panorama musicale sudamericano.
È una stagione vivace e cosmopolita, in cui la voce di Pippo — intrisa di Sicilia ma aperta al mondo — si confronta con nuove sonorità e nuovi pubblici, portando lontano l'eco delle sue origini.